E’ ormai cosa comune sentire il professore brontolone fare la solita ramanzina: “Non si masticano chewing-gum durante le lezioni!”, “Togli immediatamente i piedi dalla sedia del compagno!”, “Smetti di disegnare sul diario; questa non è l’ora di arte!”, “Non si mangia in classe!” oppure la consueta domanda “Sei con noi o nel tuo mondo?”
Si sa, sono cose inevitabili, soprattutto la mattina alle otto, quando il cervello è ancora in letargo nel calduccio del letto, o durante le ultime ore in cui i pensieri sono già proiettati verso gli infiniti programmi del pomeriggio e la nostra fantasia viaggia libera alla ricerca di uno svago per evitare che si sovraccarichi di troppe nozioni.
E così partiamo, fantasticando in altre direzioni e la voce del professore e solo un sottofondo lontano, quasi impercepibile. Poi, improvvisamente, veniamo catapultati nella realtà grazie al soave suono della campanella, anche se spesso è la voce profonda ed arrabbiata dell’insegnante che sopprime in un attimo l’immaginazione per lasciar spazio alla concretezza.